La tassa sulla memoria

In realtà è la riedizione potenziata del cosiddetto ‘equo compenso’, dovuto alla SIAE, che grava su vari dispositivi che forniscono tecnologie per copiare ad uso privato CD e DVD musicali e cinematografici, coperti dai diritti d’autore. Dapprima basata sui supporti di memorizzazione ed i masterizzatori (gettito 70 milioni di euro), dal 2010 è diventato un prelievo molto rilevante (gettito di ben 300 milioni all'anno) con l'ampliamento della base imponibile a qualsiasi dispositivo di memorizzazione, dai cellulari, agli smartphone, ai computer. Perciò telefonini, computer, hard disk esterni, pen drive e similari sono assoggettati alla nuova tassa, in quanto su di essi potrebbe essere registrato qualcosa coperto da diritto d’autore.

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