Il cosiddetto “canone RAI” oggi non è più un canone ma un'imposta sulla detenzione di apparecchi atti od adattabili alla ricezione di radioaudizioni, indipendente dalla reale fruizione o dalla volontà di fruire del servizio. Le entrate dello Stato derivanti da questa imposta sono devolute direttamente alla RAI. Il governo ne ha preannunciato il prossimo trasferimento nella bolletta elettrica, in quanto l'erogazione di energia elettrica presuppone l'uso di un teleschermo. Ma una tassa, richiesta ogni anno, superiore al valore commerciale del televisore che tende a zero, appare scarsamente giustificabile.
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